Non passa giorno che gli indicatori economici, gli interventi di autorevoli esponenti dell’establishment, le dinamiche socio-politiche e le questioni inerenti il futuro delle relazioni industriali e così via, non in-crocino la necessità da un lato di realizzare una comparazione fra la Germania (locomotiva dell’economia europea) e l'Italia (in condizioni economiche e sociali sempre più critiche), dall’altra di costruire una politica con la P maiuscola a livello europeo, per difendere e rafforzare il modello sociale del Vecchio Continente dalla sfida competitiva che si gioca nella crisi del “turbo capitalismo “ degli ulti-mi anni. Riflettere e discutere delle questioni macroeconomiche che i Governi mettono in campo, ragio-nare sui perché le politiche adottate possono o meno delineare il futuro della dimensione europea, vuol dire oggi anche ragionare criticamente sull'azione dei sindacati.
Numerosi studiosi vedono in una nuova ed inedita azione sindacale a livello sovranazionale l'unica strada possibile, per evitare che il lavoro per-da ulteriormente terreno nella sua possibilità di condizionare le scelte strategiche che si confrontano sullo scenario mondiale. Una ripresa della azione contrattuale torna ad essere individuata come leva possibile per evitare logiche puramente difensive, e in ultima analisi di corto respiro; anche per questo occorre confrontarsi sulle strategie da adottare, da un lato per evitare che la mobilitazione a livello eu-ropeo dello scorso 29 settembre rimanga un fatto episodico e rientri in una ritualità priva di significato, dall’altro per promuovere un suo ruolo in una azione sociale che ponga di nuovo al centro questioni fondamentali, quali quelle derivanti da processi di redistribuzione a favore delle condizioni di vita e del potere contrattuale dei lavoratori. Diventa pertanto interessante comprendere e comparare i modelli contrattuali in atto, in evoluzione ma per molti aspetti in regressione, quando questi favoriscono una sorta di identificazione subalterna del destino dei lavoratori con quello delle aziende, mentre occorre-rebbe avanzare proposte tese a coalizzare in positivo sempre più i lavoratori, che rischiano di pagare un prezzo altissimo a causa degli effetti più nefasti della crisi. Ci paiono quindi comprensibili le ragioni che ci fanno considerare l'appuntamento “Germania, Italia, Europa un momento importante e significativo a cui prestare un'attenzione di riguardo. |