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Research Area: | European policies | ||
Status: | In progress | ||
In cooperation with |
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Description: | |||
Il progetto europeo ‚Precarious Work‛ al quale l’IRES-CGIL Emilia-Romagna partecipa come partner italiano dal luglio 2011 è coordinato dal Working Live Research Institute della London Metropolitan University e finanziato dalla Commissione Europea-DG-Employment, Social Affaires and Equal Opportunities. Il progetto ha una dimensione europea, includendo gran parte dei maggiori paesi membri: Italia, Francia, Gran Bretagna, Germania, Spagna, Svezia, Olanda, Grecia, Polonia, Bulgaria, Lettonia.Il progetto ‚ Precarious work‛ parte dalla considerazione che per i lavoratori la precarietà determina incertezza ed insicurezza, mentre per gli imprenditori fornisce flessibilità per affrontare le incertezze del mercato. Questa dicotomia produce particolari tensioni nell’attuale situazione di crisi economico-sociale e ha un impatto maggiore su alcune categorie di lavoratori che appaiono particolarmente vulnerabili come le donne, i giovani, i disabili e i migranti. Non c’è un’unica definizione di lavoro precario, è stato definito come una forma lavorativa nella quale mancano le forme di sicurezza sociale generalmente dalla forma contrattuale standard: il contratto subordinato a tempo indeterminato. Sono inclusi nella definizione di lavoro precario l’ampia gamma di contratti atipici che prevedono generalmente livelli più bassi di garanzie e diritti, compreso il part-time, il lavoro a tempo determinato, il lavoro interinale-somministrato e, inoltre, il lavoro nero e le forme si sub-contratto. Il progetto unisce le competenze dei giuristi del lavoro e degli esperti di relazioni industriali per esplorare la tensione tra una base universale di diritti garantiti a tutti i lavoratori e la necessità di elaborare misure specifiche per proteggere i lavoratori vulnerabili. Per queste ragioni, il concetto di precarietà sarà indagato in relazione ai livelli di protezione sociale, all’accesso ai diritti del lavoro e all’esistenza di opportunità d’impiego alternative. |