Research Area: | Welfare and labour | ||||
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Year: | 2006 | ||||
Type of Publication: | Technical Report | ||||
Authors: | Giovanna Altieri; Mimmo Carrieri; Agostino Megale | ||||
Abstract: | |||||
Italia del lavoro oggi. Condizioni e aspettative dei lavoratori” Il rapporto descrive i risultati, relativi all’Emilia Romagna, di un’indagine nazionale IRES rivolta ad un campione di oltre 400 lavoratori dipendenti e parasubordinati. L’indagine, a carattere nazionale è rappresentativa delle varie ripartizioni geografiche (Nord-Est, Nord-Ovest, Centro, Sud ed Isole) all’interno delle quali sono state individuate undici regioni, tra cui la nostra. Più specificatamente, l’analisi sul campo si è concentrata sui seguenti aspetti: 1)posizione lavorativa dal punto di vista del contratto, dell’ appartenenza al settore e della qualifica; 2)orari, con particolare attenzione ai temi della conciliazione dei tempi, alle nuove forme di contratti non-standard e alla flessibilità organizzativa; 3)retribuzione e delle condizioni materiali; 4) percezione soggettiva della condizione lavorativa arricchita da alcuni quesiti sulle aspettative in merito a varie dimensioni del lavoro (carriera e stabilità); 5)grado di rappresentanza e di capacità negoziale del sindacato, della prossimità e della partecipazione dei lavoratori alla vita sindacale nonché dei giudizi e delle aspettative in materia di tutela individuale e collettiva. Più di un terzo dei lavoratori intervistato è occupato nell’industria, quasi due terzi nei servizi, solo il 2,8% nell’agricoltura. I lavoratori dei servizi, si dividono in tre parti quasi uguali: l’amministrazione pubblica; il ramo che comprende commercio, spettacolo e turismo e, infine, gli altri servizi privati. Solo quote marginali lavorano nel settore che comprende gas, acqua ed elettricità e altrettanto si può dire delle costruzioni. Due lavoratrici su tre sono occupate nei servizi. Quasi la metà dei lavoratori è presente in aziende o enti che superano i 100 addetti, un terzo sopra i 250 e un quarto sotto i 15. Gli operai sono il 42% per cento, tra di essi, gli specializzati, sono più della metà. Gli impiegati sono circa il 27% e più della metà di essi svolge mansioni di concetto, Quadri e tecnici sono entrambi attorno al 7-8%. Il 14% rimanente è costituito da lavoratori di varie professioni ad elevata professionalità. In tutto l’arco dell’analisi si è manifesta una tendenza di fondo che evidenzia una segmentazione del mercato del lavoro con caratteristiche di maggiore impermeabilità, anche rispetto al recente passato, di un mercato primario e una secondario. “Sono gli indicatori legati alla condizione professionale e alla prospettive di crescita ad evidenziare una profonda fenditura che separa segmenti forti e deboli nel mercato del lavoro. Questa dicotomia si consolida, ma con tendenza all’allargamento, per quella fascia di lavoratori meno qualificati e/o con contratti non standard, anche in ragione degli interventi legislativi sul mercato del lavoro e alle strategie organizzative delle imprese, determinando circoli viziosi che li relegano in una posizione marginale nel mercato del lavoro e di vulnerabilità (IRES ER, 2005; Borghi 1999) sul piano sociale. Una propensione opposta vede invece un nucleo sempre più ristretto di lavoratori professionalizzati, con maggiori prospettive di crescita professionale, di autonomia e di partecipazione alle decisioni aziendali. Questa tendenza mette a repentaglio, nel lungo periodo, insieme alla tenuta competitiva dell’apparato economico anche la coesione della società regionale che è stata determinante per il passato sviluppo della stessa.” *Il rapporto è stato curato in particolare da Corrado Turilli. |
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